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Come fare l’acciaio inox con finiture a specchio

Acciaio Inox lucido - finiture a specchio - Penta Systems arredo negozi

Mi costi, ma quanto mi costi?

MAGIA O DURO LAVORO? – Mi credi se ti dico che la prima volta che ho scoperto come si ottiene l’acciaio lucido a specchio mi sono emozionato?

Eh sì, per me il metallo è passione e, quando c’è passione, l’emozione è inevitabile.

Sentivo dire dal capo officina: “Lucida quel pezzo, deve essere a specchio. Il cliente è molto esigente, perciò bada che non ci siano imperfezioni”.

Pezzi grezzi che per magia diventavano lucidi al punto di potersi specchiare. Ma com’era possibile? Quali erano i processi per arrivare a tale lucentezza? A quella riflessione estrema?

Niente, bisognava provare per conoscere meglio. Negli anni ho capito che se provo di persona le lavorazioni, riesco a spiegarle meglio ai miei clienti e non rischio di figurare solo come un classico addetto commerciale che vuol “vendere il ghiaccio al polo nord”.

Ecco perché, qualche volta, mi ritrovo in officina la sera, a provare, per capire bene.

Quindi, questo acciaio lucido? Come si lucida?

LUCIDATURA – L’acciaio inox lucido è il risultante di una serie di operazioni di levigatura (hai presente la carta vetrata?) con grane via via meno aggressive. Alla fine, quando la superficie è perfettamente liscia, uniforme e priva di graffi, si può, tramite l’utilizzo di spazzole in cotone, lucidare il pezzo.

Almeno, questo è il metodo che usiamo nella mia azienda. Si sa, ognuno per fare la “torta margherita” usa una ricetta diversa.

Una cosa è certa e l’abbiamo imparato a nostra spese: l’inox lucido non perdona. Se salti qualche passaggio, si noterà e il risultato sarà mediocre. È facilissimo notare i difetti con questo materiale (specie se li conosci) e quando ci metti l’occhio sopra, ahimè, vedi solo quelli.

Forse a te interessa sapere perché ti dicono sempre che l’acciaio inox lucido è caro. Il motivo è la manodopera. Ci vuole tanto tempo per eseguire questa lavorazione. Certo, si può realizzare sia a mano sia a macchina, però dipende da quantità e tipo di geometria. In ogni caso, i passaggi sono molti e i tempi lunghi. Immagina, ad esempio, che ci sia una saldatura molata e si debba ripristinare il lucido. Le differenze di prezzo dovute alla lucidatura non sono poche.

DIVERSI PASSAGGI – I passaggi per ottenerlo bene non sono pochi e questo significa tempo, tempo e tempo.

E non può essere tempo di “scarsa qualità” ma, al contrario, la qualità, intesa come abilità tecnica dell’artigiano, deve essere estrema. Inoltre, ovviamente, l’inox costa di più perché è inossidabile, più pregiato del semplice acciaio.

Ricapitoliamo:

–         L’acciaio inox lucido a specchio è il risultato di lavorazioni meccaniche progressive.

–         Tali lavorazioni possono essere manuali o automatizzate, in funzione del tipo di manufatto.

–         Si tratta di una finitura molto costosa perché necessità di una grande quantità di tempo e di manodopera esperta.

Considera che l’acciaio inox lucidato migliora anche le caratteristiche contro la corrosione, perché diminuisce la rugosità e quindi la possibilità di crearsi ossido nelle intersezioni delle creste. Di fatto, dopo questa lavorazione meccanica si auto passiva in modo più efficace (vedi articolo di approfondimento sul materiale Acciaio Inox).

Per concludere: se vuoi specchiarti sull’Acciaio lo puoi fare. In definitiva serve solo olio di gomito e tanta abilità.

L’effetto finale merita davvero: puoi creare superfici a specchio utilizzando l’acciaio e quindi ottenere intere strutture specchiate, cosa che non potresti mai fare con l’uso di un normale specchio.

Insomma, una lavorazione interessante da usare con parsimonia nei progetti di arredo, dati i costi, ma assolutamente da prendere in considerazione.

Se vuoi chiedermi qualche informazione in più o sapere cosa possiamo fare per te, non esitare a contattarmi, ti risponderò al più presto.

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Cos’è l’Acciaio Cor-Ten? Te lo spiego in 6 punti

Acciaio Corten - arredo negozi

ALLO STATO GREZZO – Assieme al Ferro Nero Calamina e al Ferro Decapato l’Acciaio Corten è uno di quei materiali che, allo stato “grezzo”, rappresentano interessanti alternative ai trattamenti superficiali “classici” come, ad esempio, la verniciatura.

Non è un caso che, sempre più spesso, si vedano arredamenti in COR-TEN non solo in esterni ma anche per interni. Infatti, questo materiale unisce estetica a funzionalità (e non è solo un modo di dire). Le strutture in corten si distinguono dal semplice effetto ruggine del “ferro” (il nostro ingegnere lo definisce un “processo materico”).

La sua caratteristica principale è l’ottima resistenza alla corrosione degli agenti atmosferici: la naturale ossidazione si assesta formando una patina protettiva che non si modifica più nel tempo. Inoltre, l’elevata resistenza meccanica permette impieghi strutturali che ben si combinano con le necessità estetiche di alcuni elementi architettonici.

OSSIDAZIONE – Possiamo dire che questo materiale mette d’accordo architetti e ingegneri (cosa rara, mi dicono). Le sfumature che si generano a seguito del processo di ossidazione sono uniche e inimitabili ma, soprattutto, garantiscono delle opere uniche. Infatti, sebbene il processo di ossidazione sia praticamente sempre lo stesso, il risultato finale non si può controllare (per fortuna!) e ogni prodotto risulta a sé stante.

Ora, vorrei porre l’attenzione su un particolare: i tempi.

I tempi di ossidazione non sono immediati e, per ottenere una finitura ben fatta, devi considerare che ci vogliono almeno 10 giorni, il tempo necessario affinché il materiale si ossidi e crei quella patina che ne garantirà la stabilità nel tempo.

Spesso mi chiedono questo tipo di finiture in due giorni. Bene, devi sapere che non è possibile e, se qualcuno ti propone un trattamento in tempi così brevi, diffida sempre. Il risultato sarà scadente e l’ossido appena accennato.

Forse ti stai chiedendo: ma il Corten non nasce così? Perché aspettare che si ossidi?

Quando noi “fabbri” acquistiamo la materia prima questa non presenta ossidazione ma risulta “bella” e priva di ruggine per poter permettere che sia lavorata, saldata e piegata. Solitamente, viene fatto ossidare il prodotto finito, in alternativa è possibile eseguire il trattamento sulle barre o sulle lastre, prima delle lavorazioni meccaniche ma, onestamente, nella mia azienda preferiamo trattare il manufatto alla fine di tutta la lavorazione.

Altra questione su cui vorrei mettere l’accento: il corten non è l’acciaio al carbonio ossidato. Fai attenzione, perché il risultato estetico, in un primo periodo, si presenta in modo molto simile.

Dopo la stabilizzazione, il corten, come detto sopra, resiste alla corrosione mentre il “ferro” (acciaio al carbonio) assolutamente no. La tenuta dell’acciaio al carbonio, sebbene protetto con verniciatura o cera come ho già anticipato in un articolo precedente, è limitata, poi incorrerai in fenomeni di sfarinatura e scrostamento. A questo punto, facciamo un breve chiarimento sul materiale.

IL MATERIALE – Se hai letto i miei articoli precedenti, dovresti avere un po’ più di chiarezza sull’uso di parole come ferro, acciaio, inox. Facciamo un veloce riassunto.

Quando si parla di elementi in Ferro si intende, solitamente, Acciaio al Carbonio (o semplicemente “Acciaio”) cioè una lega di Ferro e Carbonio. Se si inseriscono degli altri elementi al posto del carbonio si ottengono caratteristiche diverse. Puoi ottenere l’Acciaio Inox (o semplicemente “Inox”, se vuoi approfondire leggi qui) o Acciaio Corten (o semplicemente “Corten” o “Cor-ten”).

L’acciaio COR-TEN è una lega che contiene, oltre al ferro, rame, cromo, fosforo, nichel ed eventuali altri elementi. Ti stai chiedendo il perché di questo e del perché venga spesso scritto con un trattino? Ebbene, il nome deriva proprio dalle sue caratteristiche principali:

– elevata resistenza alla corrosione (CORrosion resistance)

– elevata resistenza meccanica (TENsile strength)

Come l’Inox, anche il Corten si auto-protegge formando uno strato “passivante”. Entrambi si comportano in modo molto diverso dall’Acciaio al Carbonio. Quest’ultimo, quando si ossida, forma uno strato poroso e incoerente che non riesce a proteggere il metallo sottostante. Inox e Corten, invece, formano uno strato superficiale aderente che protegge perfettamente il materiale.

Ma perché dovrebbero darti Ferro anziché Corten?

I profili in ferro sono più commerciali e reperibili, sempre disponibili a magazzino, perciò, a livello produttivo, è tutto più semplice. Nel dubbio, chiedi i certificati al fabbro e assicurati che sia Acciaio Corten e non semplicemente Acciaio al Carbonio ossidato.

RIASSUNTO – Facciamo chiarezza in 6 punti:

  1. Il Corten è un materiale, non una finitura
  2. Le sue peculiarità sono resistenza meccanica e resistenza alla corrosione
  3. Allo stato grezzo il materiale non è ossidato
  4. Occorrono almeno 10 giorni per un lavoro fatto a regola d’arte
  5. L’acciaio Corten unisce estetica e funzionalità
  6. Se vuoi una garanzia che il materiale si davvero quello che ti dicono, richiedi un certificato della materia prima

TRATTAMENTO – Ultimo ma non per importanza è il trattamento superficiale di finitura:

– se il prodotto è pensato per un uso in esterni, il bello di questo materiale è che lo puoi lasciare così com’è, l’ossido è auto-protettivo e garantirà la stabilità nel tempo;

– se il prodotto è pensato per un uso in interni è consigliabile un trattamento come ceratura o verniciatura (dopo opportuna stabilizzazione del materiale) per evitare “sfarinamenti” al tatto.

Spero di averti aiutato a fare chiarezza su questo materiale e a quali particolari fare attenzione quando ti rivolgi a un fornitore.

Se vuoi chiedermi qualche informazione in più o sapere cosa possiamo fare per te, non esitare a contattarmi, ti risponderò al più presto.

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Ecco gli argomenti che ho già trattato:

Acciaio Inox: alla scoperta di un acciaio molto ossidabile (e resistente)

acciao inox - Penta Systems

Esiste un acciaio davvero inossidabile?

Ormai l’avrai capito: il tema dell’acciaio è inseparabile da quello dell’ossido. Il che, per molti aspetti è una cosa positiva.

Perché? Intanto perché ci sono degli effetti interessanti dovuti proprio all’ossidazione del metallo (pensa all’acciaio corten, al ferro nero calamina). Dall’altra parte, ci sono bellissime lavorazioni inventate appositamente per togliere l’ossido e proteggere l’acciaio.

Se ci pensi, anche le vernici nascono dalla necessità di proteggere il metallo e, solo in seguito, diventano un importante elemento di differenziazione e personalizzazione.

Quindi: esiste un acciaio inossidabile? Cos’è quello che viene comunemente definito Acciaio Inox?

IL FERRO – Vi ho già raccontato in un altro post come, quello che chiamiamo comunemente “ferro”, sia in realtà acciaio al carbonio. Innanzitutto perché il “ferro” è soltanto un elemento (Fe) che in natura si trova sempre combinato ad altri elementi.

Non solo servono delle complesse lavorazioni per estrarlo ma, se lo si vuole utilizzare, bisogna combinarlo per formare delle leghe tra cui l’acciaio, che è una lega di Ferro e Carbonio.

Detto questo, al posto del (o oltre al) Carbonio si possono aggiungere altri elementi, i quali cambiano in modo importante le proprietà del metallo. L’acciaio inox, ad esempio, è una lega ferrosa con contenuti di cromo superiori al 10,5% e con carbonio inferiore (o uguale) all’1,2%.

La caratteristica più importante dei cosiddetti “acciai inossidabili” è la resistenza alla corrosione. Ma sono davvero “inossidabili”?

INOX O STAINLESS – Facciamo chiarezza.

Per capire meglio, a volte, è bene partire dal nome. L’italiano acciaio inossidabile deriva da “Inox” che, anche se rischia di sembrare di origine inglese, deriva dal francese inoxydable.

In lingua inglese, infatti, dire “inox” non significa nulla. In inglese si chiama stainless steel dove steel significa acciaio e stainless è, letteralmente, “senza macchia”.

Una definizione molto più appropriata, poiché questo materiale è, in verità, molto ossidabile e deve proprio a questo la sua fortuna. Sei un po’ confuso? Mi spiego meglio. Anzi, per spiegartelo chiedo l’aiuto dell’ing. Christian Pelati di Penta Systems.

STRATO PROTETTIVO – “A cosa è dovuta la protezione presente sugli acciai inox?”

Il cromo contenuto nella lega crea uno strato di ossido finissimo e uniforme. È questo a proteggere il metallo dagli effetti deleteri di umidità, salinità o agenti chimici. Più propriamente, chiamiamo questo strato sottilissimo e trasparente come “strato passivato”.

Con passivazione si intende proprio la caratteristica, tipica di questi metalli, di ricoprirsi di uno strato di ossidi sottile e aderente, di spessore dell’ordine dei 0,3-5 nm (nanometri!).

Questo fenomeno avviene per reazione del metallo con l’ambiente ossidante (aria, acqua, agenti chimici, ecc). Capite, quindi, che in realtà l’acciaio inox ha bisogno di una prima ossidazione controllata (paradossalmente: se lo metteste sotto una cappa senza ossigeno, non diventerebbe “inox”).

– “Che cosa succede se si graffia una lastra di acciaio inox?”

Una delle caratteristiche migliori di questo strato passivante, è la sua capacità di auto-cicatrizzarsi, così da garantire la protezione del metallo, anche in caso di abrasioni o asportazioni della pellicola. Naturalmente, la resistenza dipende dal tipo e dalla qualità del materiale (ottimale quantità di cromo e di eventuali altri elementi, ecc…).

Tipi di acciaio inox più comuni e i loro usi

– Come si classificano i diversi tipi di acciai inox e quali sono i loro usi?

Le varie tipologie di acciaio inox vengono comunemente definite dalla nomenclatura AISI (che sta per American Iron and Steel Institute). La notazione AISI individua l’acciaio inox attraverso una sigla a tre cifre (a cui, a volte, viene accompagnata una lettera che indica un altro elemento chimico aggiunto).

Vediamo alcuni dei più comuni.

–         Acciaio inox AISI 304: utilizzato sia in interni che in esterni, non dovrebbe essere posato a contatto con agenti chimici. Viene anche definito dalle sigle 18/8 o 18/10 proprio in riferimento alla quantità di Cromo e Nichel. L’AISI 304 è l’acciaio generalmente più utilizzato per posate, cappe, cucine, banchi bar, lavelli, tavoli, sedute, ecc…

–      Acciaio inox AISI 316: viene aggiunto Molibdeno per ulteriore resistenza alla corrosione. Si può utilizzare anche in ambienti caratterizzati da alta umidità e salinità. Per questo è impiegato nella carpenteria navale. Inoltre, si usa anche per viti da impianto ortopedico e gioielli (è quello che alcuni chiamano “acciaio chirurgico”).

–      Acciaio inox AISI 430: adatto in condizioni ambientali non troppo “difficili” e quando l’aspetto estetico non è prioritario. Adatto anche per “pannelli” negli arredi.

–      Acciaio inox AISI 441: acciaio con elevate proprietà igieniche e buona resistenza alla corrosione. Risulta competitivo nel prezzo, grazie all’assenza di Nichel nella composizione e può essere, quindi, una valida alternativa all’AISI 304. Particolarmente adatto anche per piani cottura e pannellature, oltre che per tavoli e sedute.

LE CARATTERISTICHE – Riassumendo, ecco le principali proprietà degli acciai inossidabili:

– Resistenza alla corrosione

– Aspetti estetici interessanti

– Resistenza al calore

– Basso costo di manutenzione

– Riciclabilità

– Facilità di fabbricazione

– Facilità di pulizia

– Ottimo rapporto resistenza/peso

Attenzione però: nemmeno l’acciaio inox è eterno o resistente a tutto. Come avrete capito, è bene conoscere la destinazione d’uso e scegliere la lega più adatta. Inoltre, la manutenzione è sempre necessaria.

Nel prossimo articolo vi spiego come rendere ancora più belle le superfici in acciaio Inox con la “lucidatura a specchio”.

(articolo scritto con la collaborazione dell’ing. Christian Pelati di Penta Systems). 

Come risparmiare tempo e denaro (usando le parole giuste)

Ferro Nero Calamina

DALLE BOBINE AL DESIGN – Chili di ferro, anzi quintali!

Ogni giorno nell’azienda fondata da mio padre, per la quale ho la fortuna di lavorare, viene trasformato in arredamento un bel po’ di metallo.

Dal mattino, quando arrivo in fabbrica e vedo i cumuli di materiali grezzi, fino a sera, quando i semilavorati si trasformano in arredi e pezzi di design, il mio entusiasmo per questo materiale non accenna a calare, anzi, cresce ogni giorno.

Sono tante le cose che ancora devo scoprire ma, fin da subito, non mi sono accontentato di prendere per buono quello che mi veniva detto.

La curiosità mi ha spinto ad approfondire, indagare e capire. Come un pizzaiolo, che va a visitare i campi di grano per sapere da dove viene la farina che impasta, io vado in visita alle miniere e alle acciaierie perché voglio sapere cosa c’è dietro quello che vedo tutti i giorni, all’odore che sento.

Questo, nel tempo, ha aumentato la conoscenza e, soprattutto, il rispetto della materia prima, in tutta la sua filiera.

A OGNI COSA IL SUO NOME – Ti piacerebbe chiamare le cose col loro nome? Hai sempre tanta confusione quando si parla di ferro, corten, decapato, naturale?

Ma anche di lamiere, laminati, saldatura pulita, molatura, giunto a vista, ecc…?

Con questo articolo inauguro una rubrica per raccontarti tutta la mia esperienza sul ferro.

Con umiltà cercherò di trasferiti in modo semplice quello che imparo, vedo e respiro tutti i giorni. Sarà uno spazio in cui tratteremo argomenti relativi ai componenti in metallo, a strutture, lavorazioni, arredi e molto altro.

Che tua sia semplicemente curioso o che te ne occupi per professione, progettista, designer o altro, cercherò di descrivere nel modo più semplice possibile quello che sta dietro al mondo delle lavorazioni in metallo.

Vivo immerso nel ferro fin da quando, a 15 anni, lavoravo stagionalmente nella carpenteria metallica di mio padre. Ho voluto imparare tutto di questo mondo, non tanto perché sognavo di fare il fabbro, che comunque è un lavoro fantastico, ma perché mi sono subito innamorato di questo materiale e delle lavorazioni che si possono fare con (e su) di esso. Ed è un amore che continua ancora.

“MI DIA 2 CHILI DI FERRO, E CHE SIA NATURALE, MI RACCOMANDO!” –

Il ferro fa parte della mia storia personale ma riguarda tutti noi. Il rapporto dell’essere umano con il ferro è qualcosa di ancestrale, pensa che ha perfino dato il nome a una delle grandi età dell’uomo, l’Età del Ferro, appunto.

Lo sai che è anche uno dei materiali più diffusi sul pianeta? Pare che sia il metallo più abbondante fino a costituire quasi il 35% della massa della terra. Se vuoi, trovi tutti i particolari sul ferro anche on-line, sul sito della storica enciclopedia “Treccani” (www.treccani.it/enciclopedia/ferro).

Ma non è dell’elemento “Ferro” che voglio parlarti.

Elemento arredo acciaio lavorazione ferro nero calamina

Esempio di lavorazione conosciuta da alcuni come “Ferro Naturale”

Oggi vorrei spiegarti cosa devi dire a un fabbro o a un fornitore di elementi in metallo, quando vuoi ottenere l’effetto che vedi nella foto sotto e che viene comunemente descritto come “ferro naturale”.

Sono sicuro che, se ti è capitato di aver bisogno di questa lavorazione, hai avuto difficoltà nel farti capire e, magari, il risultato non è stato quello voluto. Ma se fosse soltanto un problema di cattiva comunicazione?

Se fosse, semplicemente, che non siete riusciti a spiegarvi bene?

Innanzitutto, devi sapere che il Ferro Naturale non esiste. Anzi, ciò che viene comunemente chiamato “ferro” è, in realtà, Acciaio al carbonio.

Non mi interessa spiegarti tecnicismi o proprietà chimiche ma voglio che tu sappia come ottenere quello che vuoi, per riprodurre quella lavorazione che hai visto, che magari ti è tanto piaciuta ma che non sai come richiedere.

Voglio che la prossima volta che avrai a che fare con il tuo fornitore ci siano meno incomprensioni possibili. Mi capita di sentirlo dire spesso: “ferro naturale”. Lo sento al telefono, lo leggo nelle e-mail, sulle commesse ufficiali. Non ti nascondo che talvolta si rischia di sbagliare interpretazione: il cliente intende una cosa e tu ne capisci un’altra.

Quindi, quello che vedi nella foto è conosciuto ai più come “Ferro” (e va benissimo così) ma ora sai qual è il suo nome. Si tratta di acciaio al carbonio, il quale viene sempre lavorato con una verniciatura trasparente oppure una ceratura (anche qui si apre un mondo di cui ti parlerò più avanti).

Il ferro, in natura, si presenta come un agglomerato di elementi che, come puoi immaginare, prima di diventare materia lavorabile ha bisogno di essere trasformato (principalmente si ricava dall’ematite e dalla magnetite).

In pratica: prima si estrae il ferro puro da minerali che lo contengono e poi lo si lega ad altri elementi, tra i quali il carbonio, per creare, ad esempio, l’acciaio.

Ferro

Minerali di Ferro (Ematite)

COSA CHIEDERE? – Ricapitoliamo:

– In natura il Ferro si trova nelle miniere e prima di arrivare nelle officine deve essere trasformato. Ricordi tecnologia a scuola? L’altoforno, il carbon coke? Ecco, siamo precisamente qui.

– Quello che vedi sempre più spesso in giro, negli arredi di moderni locali dove è molto diffuso, o che tu stesso possiedi negli arredi di casa tua, è “acciaio al carbonio verniciato trasparente” o “cerato”.

Fine delle trasmissioni.

Capisci ora che, se quello che chiamiamo ferro è già un lavorato, non puoi avere il ferro “naturale”. Comunque, giacché si è attestato l’uso di chiamarlo “ferro”, vediamo di capire come si chiama davvero la lavorazione che abbiamo visto nella foto sopra e che alcuni chiamano “ferro naturale”.

Che cosa devi chiedere quindi? La dicitura più corretta possibile è:

“Ferro nero Calamina” dove con nero s’intende il colore e con calamina ci si riferisce allo strato di ossido che si forma in fase di produzione. Proprio la calamina è quell’elemento che sta piacendo tanto nel mondo degli arredi di design. Perciò: quella che vedi sempre più spesso in giro è una lavorazione ferro nero calamina con verniciatura trasparente.

Più avanti ti parlerò meglio delle varie lavorazioni, per intanto ti dico che differisce dal decapato perché su quest’ultimo, tramite azione chimica, viene tolta proprio la calamina.

Spero di esserti stato utile e lunga vita al  ferro nero calamina!

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